Un futuro per le fortificazioni del confine pisano-lucchese

Lo scorso 25 novembre si sono incontrate a Ripafratta, per la prima volta, le associazioni che hanno dato vita al gruppo di lavoro “Fortezze di confine”: Salviamo La Rocca, Gruppo Archeologico Vecchianese, associazione “Il Castello” di Nozzano, Italia Nostra Pisa e Italia Nostra Lucca.

Un bel momento, soprattutto di confronto: è stato bello vedere come associazioni diverse, impegnate da anni per la salvaguardia dei loro beni storici e del loro territorio, si siano ritrovate nelle esperienze degli altri, nei loro progetti, ma anche nelle loro difficoltà.

Le conclusioni sono state importanti, ma più di tutte vale la considerazione che sta finendo un modo di lavorare per “compartimenti stagni”, con le attività che si fermano al confine amministrativo dei comuni o delle province. Da adesso si lavora per un territorio più vasto, identificato dalla storia e dalla geografia, che travalica le entità amministrative.

Il confine tra Pisa e Lucca è costellato di fortificazioni, rocche, castelli, torri, che sono state costruite lì per motivi tanto morfologici quanto politici e antropologici. Quel confine ha rappresentato per secoli un luogo di scontro e di confronto, e oggi può diventare un’ambita meta turistica, oltre che una fonte di ricchezza culturale per chi ci vive.

Il gruppo “Fortezze di confine” ha deciso di dotarsi di un marchio e di un sito web, per iniziare, e di stendere una visione progettuale che sarà presentata nel corso di un evento a febbraio-marzo. Un’altra iniziativa comune, importantissima, avrà come obiettivo far conoscere al grande pubblico le fortificazioni e il loro paesaggio, con eventi e visite guidate.

Salviamo La Rocca, che ha fortemente voluto questo incontro e l’avvio del progetto, non può che essere soddisfatta del risultato raggiunto il 25. Adesso si proceda speditamente a coinvolgere altre realtà del territorio e poi le istituzioni. L’obiettivo è valorizzare il territorio creando un itinerario, che possa essere inserito in itinerari più vasti; e naturalmente arrivare ad una messa in sicurezza dei vari beni storici, che devono essere interamente visitabili e godibili.